Il Nuraghe Tudderi sito sul colle più elevato del paese, rappresenta uno dei numerosi nuraghi che costellano l’isola. Questo sito archeologico si distingue per la sua posizione panoramica, che offre una vista incredibile sulla campagna circostante e sull’intera area di Tergu .Sebbene il nuraghe sia in stato di conservazione parziale, è un importante testimone della civiltà nuragica e una meta interessante per gli appassionati di archeologia e storia sarda. Come molti altri nuraghi, Tudderi risale all’età del bronzo (circa 1600-1200 a.C.) e testimonia l’ingegnosità dei suoi costruttori, che utilizzavano pietre di grandi dimensioni senza l’uso di malta per realizzare le imponenti strutture. Realizzato a pianta trilobata, la pianta del Nuraghe Tudderi è tipica dei nuraghi a torre centrale, ed è circondato da una cortina muraria che protegge l’intero complesso. Inoltre, è un nuraghe interessante viene definito di tipo complesso, ad addizione frontale bilobata, purtroppo con notevole crollo e interramento nei lati meridionali. La tholos della camera centrale è ancora intatta e vi si accede da un vistoso crollo, essendo il corridoio originario d’ingresso ostruito dal crollo (e notevolmente interrato) nel tratto iniziale. La camera presenta due nicchie contrapposte, nei lati est e ovest. A sinistra dell’ingresso della camera, si ha l’accesso sopraelevato della scala elicoidale destinata a condurre al terrazzo o ai piani superiori, a luce trapezoidale e sormontato da un architrave provvisto di spiraglio di scarico rettangolare. Nel nuraghe Tùdderi, in particolare, si attua l’espediente del piccolo vano ricavato nello spessore murario della zona frontale; una tecnica piuttosto diffusa nel Sassarese, nell’Algherese e nell’Anglona.
Alcuni scavi hanno rivelato tracce di abitazioni e di un villaggio che si sviluppava attorno al nuraghe, confermando l’importanza del sito come punto di riferimento strategico e difensivo nella Sardegna antica.
Tra gli appassionati, uno dei motivi che spinge ad ammirare questo nuraghe è il “fenomeno” della colorazione delle pietre. Infatti, illuminando le pietre interne, viene fuori una colorazione blu, e quel che viene fuori è un nuraghe blu, per l’appunto.